Il Kung Fu per ragazzi

Kung Fu significa letteralmente “quello che diventi grazie a un duro impegno“. Non c’è dubbio che questo concetto/motto di autoperfezionamento sia perfettamente adatto al settore giovanile, nel quale lo sport concorre alla formazione fisica e caratteriale dei ragazzi. Fin dalla più tenera età, l’apprendimento del Kung Fu favorisce una crescita sana e un’ottima base per l’avviamento allo sport.

Lo studio delle forme (Taolu) è un efficace strumento per lo sviluppo di un fisico sano, educare alla corretta postura e stimolare la coordinazione motoria. La lotta e il combattimento, inseriti gradualmente e in totale controllo e sicurezza, stimolano l’autocontrollo, l’autostima e, cosa forse più importante di tutte, sconfiggono le paure interiori. Una persona senza inutili paure, sarà una persona equilibrata e pacifica.

Tutti aspetti che, se appresi in tenera età, si ripercuotono positivamente sull’intera vita del praticante.

L’età evolutiva è infatti quella più delicata: ogni aspetto viene assimilato dal giovane atleta ed entra a far parte del suo modus vivendi.

Con “ogni aspetto viene assimilato” intendo esprimere un concetto fondamentale che chiunque abbia a che fare con bambini e ragazzi dovrebbe considerare: ogni comportamento dell’insegnante davanti ai loro occhi e l’ambiente sociale nel quale è inserito vengono, anche inconsapevolmente, assimilati, andando a incidere in maniera considerevole sulla formazione dell’individuo.

Pertanto il Kung Fu, con il suo bagaglio tecnico ed etico-culturale, è il perfetto esempio di disciplina formativa. In Cina l’insegnamento del Wushu (Arte Marziale, nome più specifico dato al Kung Fu) avviene nelle scuole dell’obbligo a partire dalla più tenera età, per tutti i motivi su esposti.

 

Ludendo Docere

Il nostro modo di insegnare il Kung Fu ai ragazzi segue questa idea classica del pensiero occidentale: insegnare divertendo.

A partire dai 4 anni, le lezioni di Kung Fu nella nostra Scuola sono impostate in maniera informale e giocosa, permettendo un’apprendimento graduale della disciplina.

L’ambiente sereno favorisce l’entusiasmo, da questo deriva l’impegno che a sua volta si tramuta in un facile apprendimento. E con l’impegno, risultati non tarderanno ad arrivare.

I bambini di oggi sono sempre più spesso costretti a ritmi frenetici e a stare fra le quattro mura domestiche. Rispetto a un ventennio fa, la percentuale di analfabetismo motorio è drasticamente aumentata, tanto che moltissimi ragazzi di oggi incontrano grandi difficoltà a svolgere una semplice capovolta o una ruota, e cadono stremati dopo pochi minuti di corsa. Non si sono mai arrampicati su un albero, non hanno mai saltato una fune, con la perdita delle relative capacità motorie e coordinative che questo comporta.

Per questo durante le lezioni vedrete i nostri bambini arrampicarsi sule spalliere, fare capovolte, verticali, ruote, saltare, schivare, fare giochi d’equilibrio e tanto altro: come potremmo mai insegnare delle tecniche di Kung Fu a chi non ha innanzitutto una base motoria valida? I bambini devono innanzitutto imparare ad usare il loro corpo, e il muoversi deve essere una esperienza piacevole e giocosa, in modo che siano stimolati a farlo per tutta la vita.

 

La propedeutica al Kung Fu

Le tecniche vengono poi inserite gradualmente nel percorso formativo, con lo studio di forme sia a mani nude che con armi, e con vari tipi di lotta. Le armi sono uno strumento prezioso per stimolare la capacità coordinatorie e di controllo dei movimenti. Bastoni, sciabole, spade, lance, alabarde, armi doppie, e tanto altro: ad ogni bambino viene affidato un prezioso strumento che lo trasforma, nel suo immaginario, in un favoloso guerriero.

Lo stile di Kung Fu insegnato per primo appartiene agli stili moderni ed è il Chang Quan per la sua valenza nell’apprendimento degli schemi motori via via più complessi e il grande lavoro posturale che comporta. Man mano che si sviluppano le attitudini personali può poi venire assegnato un’altro stile o una particolare arma, in modo che ogni bambino possa sviluppare le proprie peculiari capacità e caratteristiche.

 

Esibizioni, gare, incontri, rappresentazioni

Chi segue la nostra Scuola, sicuramente avrà notato che partecipiamo a quanti più eventi possiamo e ne promuoviamo altrettanti.

Portare un bambino, magari timido e con scarsa autostima, a volersi esibire da solo su una pedana coi riflettori puntanti addosso davanti a centinaia di persone, e vederlo uscire dal tappeto con le lacrime per la gioia accompagnato da un fragoroso applauso, non ha prezzo. Quel bambino avrà delle fondamenta stabili sulle quali costruire la propria personalità.

Avrà appreso che con l’impegno e l’allenamento si possono superare le proprie paure e raggiungere grandi risultati. Si sarà sentito parte di una comunità, che lo applaude per il suo impegno, e non escluso da essa; se un ragazzo si sente parte della comunità non compierà mai atti di vandalismo contro di essa, anzi cercherà di contribuire al suo sviluppo. Sarà parte della società, non vivrà ai margini. Avrà trovato una disciplina che lo appassiona e gli permette di realizzarsi come atleta e come persona. Avrà imparato tante cose nuove e interessanti, e si sentirà stimolato a crescere sempre di più. Avrà vissuto tutto questo con il sorriso, e non con la paura di non riuscire. E se farà un errore, imparerà che il suo valore non è messo in discussione e che basterà allenarsi di più. Imparerà il valore della vittoria, ma anche quello della sconfitta, prezioso momento di autoanalisi e miglioramento.