Il Kung Fu

Il termine “Kung Fu” (o Gong Fu) ha un significato molto ampio, traducibile con “capacità ottenuta grazie a un duro lavoro”. In ambito marziale, racchiude l’intero insieme delle Arti Marziali (Wu Shu) creati in Cina nell’arco degli ultimi 3000 anni, da oltre un miliardo di persone. oltre 6000 stili da combattimento ciascuno dei quali è un sistema di lotta completo e indipendente dagli altri. Ogni stile ha le proprie caratteristiche, tradizioni e provenienza, perciò si possono trovare stili anche molto diversi fra loro che parrebbero non accomunabili sotto un’unica disciplina. Questa estrema varietà di tecniche permette e stimola un continuo studio di tecniche e sistemi, in modo da integrare le caratteristiche e compensare le lacune di ciascuno stile. Lo studio del Kung Fu è virtualmente infinito.

Alcuni stili hanno grande diffusione, altri sono insegnati dai caposcuola solo ad una ristretta cerchia di allievi, come voleva la tradizione fino all’inizio del secolo scorso. Niente avevano a che vedere con il concetto di “sport”, ben più orientati agli scontri sul campo che alla pratica in palestra. Nella Cina antica, quasi ogni abitante a partire dalla tenera età praticava uno degli innumerevoli stili di Kung Fu, sia per l’autodifesa che per i benefici sulla salute. Non tutti, certo, erano grandi guerrieri, ma gli specialisti che si dedicavano raggiungevano un’abilità talmente grande da risultare decisivi in battaglia, specie prima del ‘900 quando la scarsa diffusione delle armi da fuoco faceva di loro delle vere e proprie armi umane in grado di capovolgere gli esiti di una battaglia.

Nell’era moderna il Kung Fu tradizionale mantiene quindi il suo aspetto marziale e applicativo, ma subisce una esplosiva diffusione anche in occidente a seguito dell’esposizione mediatica dagli anni ’70 in poi. Gli stessi Maestri che, in fuga dal regime Maoista si erano trasferiti nei paesi occidentali (in particolare in America) da quel momento iniziarono ad accettare anche allievi non cinesi, contribuendo alla diffusione. Il Kung Fu, persa ormai la sua aurea di disciplina segreta per pochi eletti, si trasformò gradualmente in un’arte marziale sportiva adatta a tutti, mantenendo come ferreo riferimento la disciplina marziale, l’applicabilità delle tecniche, il retroterra culturale e morale proprio di ciascuno stile.

Gli Stili

Come abbiamo visto, gli innumerevoli stili del Kung Fu (o Wushu) sono tutti differenti fra loro, ma possono essere catalogati secondo diversi criteri, sia tecnici che di provenienza geografica.

Un’importante e classica suddivisione, ad esempio, può essere quella fra stili Esterni e stili Interni. Questa differenziazione è basata sull’utilizzo o meno dell’Energia Interna (Qi).

Gli stili esterni privilegiano l’utilizzo della forza “muscolare”, perciò danno grande importanza all’allenamento fisico aerobico e al condizionamento fisico, mentre i secondi sono più orientati all’utilizzo di tecniche “morbide” e sfruttano il Qi (energia interna) per generare forza. Gli stili esterni sono generalmente molto dispendiosi dal punto di vista energetico e richiedono un allenamento particolarmente orientato al potenziamento fisico, quelli interni sono particolarmente orientati alla promozione della salute e dell’equilibrio psicofisico e il loro apparato teorico-filosofico riveste particolare importanza anche al di là della applicazione marziale delle tecniche.

Questa suddivisione è chiaramente fittizia: molti stili catalogati come esterni utilizzano comunque delle tecniche di sviluppo dell’energia interna, gli stili interni utilizzano anch’essi il movimento corporeo, pertanto ne allenano le dinamiche. SI tratta quindi di una semplificazione, utile solo a creare un ordine mentale tenendo presente che non esiste alcuna dicotomia. Fra i più noti stili esterni sono annoverati quelli della Mantide, della Tigre, del Drago, dell’Aquila, dell’Ubriaco, dello Shaolin, del Chang Quan e del Nan Quan, Hungar, Wing Chun e tenti, tantissimi altri. Gli stili interni, invece, sono molto meno: Taiji Quan, Pakua Zhang e Xingyi Quan quelli principali. ll Taiji Quan in particolare è considerato una vera e propria forma di meditazione e i suoi benefici per la salute sono stati provati da numerosi studi scientifici.

Un’altra distinzione generalmente applicata ai vari stili di Kung Fu è quello fra Tradizionale e Moderno. I primi sono quelli creati nell’ottica dell’applicabilità marziale, dell’autodifesa e del combattimento in generale, i secondi invece sono rielaborazioni dei precedenti in ottica sportiva e sono stati creati successivamente agli anni ’60; il regime comunista incaricò degli esperti di arti marziali tradizionali e professori universitari di rielaborare alcuni stili tradizionali epurandoli della loro applicabilità marziale in virtù di una maggiore spettacolarità.

L’arte marziale, il Wushu o Kung Fu venne denominato anche “Guoshu“, Arte Nazionale, in modo da contribuire allo sviluppo di uno spirito nazionalistico fondato sui nuovi principi del partito.

Nacque quindi il Wushu Moderno con gli stili del Chang Quan (rappresentante gli stili del nord della Cina con movimenti eleganti e acrobatici fra i quali Aquila, Tong Bei e Chang Quan tradizionale) e Nanquan (basato sugli stili del Sud più duri e potenti come l’Hung Gar). Vennero anche create delle forme (Taolu) di stili interni come il Taiji in particolare degli stili Yang e Chen, con posizioni più basse e tecniche più esasperate rispetto allo stesso stile Tradizionale.

Gli stili di Wushu Moderno hanno come obbiettivo la rappresentazione scenica dell’arte marziale e la competizione sportiva. Le applicazioni marziali vengono studiate ugualmente, ma assumono secondaria importanza rispetto alla resa estetica dell’esecuzione della forma. Anche qui, la divisione è parziale e fittizia. Anche il Kung Fu Tradizionale prevede ora competizioni di forme (Taolu) e la maggioranza degli atleti studia tecniche sia di stili Tradizionali che Moderni, poiché entrambe le categorie sono in grado di portare miglioramenti alla preparazione dei praticanti. Si differenziano più significativamente nel combattimento: il Lei Tai è il combattimento libero del tradizionale che non prevede regole e non ha attualmente una valida disciplina praticabile in ambito agonistico competitivo. Il Sanda o Sanshou, invece, è il combattimento sportivo regolamentato appartenente al Moderno, in quanto anch’esso creato e regolamentato nella seconda metà del ‘900 a fini agonistici competitivi.

Macroarea Geografica: gli stili possono essere classificati a seconda della loro zona di provenienza. Innanzitutto si distingue fra Nord e Sud.

Gli stili del Nord sono generalmente più morbidi, eleganti e acrobatici, danno grande importanza ai calci e le tecniche sono generalmente fluide e con gli arti distesi. Gli stili del Sud sono generalmente più “raccolti”, potenti, privilegiano l’uso delle braccia in combattimento e piccoli spostamenti del corpo. “Bei Tui, Nan Quan” (Calci al Nord, Pugni al Sud) è un famoso detto descrittivo degli stili.

Altra classificazione può essere in base al retroterra culturale, filosofico e religioso, di stampo Buddista, Taoista e Confuciano (ma anche Islamico, in determinate zone)

L’intera cultura cinese è una commistione di questi tre principali correnti, raramente viste in contrapposizione netta. Il Confucianesimo, in realtà era più una filosofia etica che disciplinava la vita quotidiana e i riti, ma non utilizza direttamente alcuna pratica spirituale, sebbene le raccomandi. Non ha capi spirituali e non ha templi veri e propri. La sua promozione è dovuta in particolare alla classe dirigente, prova ne è il fatto che gli esami di ammissione per i funzionari erano basati sui classici confuciani. Per Confucio, il rapporto di maggiore importanza per un uomo è quello di sudditanza con l’imperatore.

Buddismo e Taoismo invece rappresentano due vere e proprie religioni totalmente indipendenti, nella loro dottrina, dal governo statale. Il Buddismo, in linea generale, ha sempre goduto di una grande diffusione nel popolo, in particolare nelle classi meno abbienti, mentre il Taoismo è spesso stato considerato come una filosofia “di nicchia”, più rivolta ad intellettuali e uomini di cultura. Oggi ovviamente questa distinzione è venuta a cadere non sussistendo più il grande divario culturale fra i vari ceti sociali. La pratica del Kung Fu è stata quindi grandemente influenzata dalle filosofie Taoista e Buddista, essendo parte integrante della pratica quotidiana degli adepti.

Il Kung Fu nei monasteri

Oltre che alla pratica quotidiana di buona parte del popolo, il Kung Fu deve la sua enorme diffusione e il raffinato sviluppo tecnico al suo studio all’interno dei più importanti monasteri buddisti e taoisti, in particolare quello Buddista di Shaolin, nell’Henan, e quello Taoista di Wudang, nell’Hubei.

Inquadriamo innanzitutto il contesto: nella Cina antica, i monasteri hanno sempre rappresentato dei centri economici e culturali fondamentali per il popolo del circondario. L’influenza è notevole sotto ogni punto di vista, economico, culturale, spirituale e addirittura marziale; i monasteri rappresentavano una difesa protettiva dalle incursioni dei paesi confinanti.

Le religioni filosofiche praticate in questi monasteri dettavano le regole morali dell’intera popolazione. Buddismo e Taoismo pervadevano l’intera cultura e i monasteri, in quanto centri in grado di influenzare il popolo, erano ampiamente sovvenzionati (o avversati) dal governo imperiale. In alcune epoche storiche venne privilegiato il Buddismo, altre volte il Taoismo.

La pratica del Kung Fu in questi monasteri aveva finalità diverse. A Shaolin l’utilizzo delle tecniche marziali venne introdotto dal monaco indiano Bodhidarma, che trasferitosi nel monastero attorno al 500 dc, constatò la debolezza fisica dei praticanti del tempio. Lo studio delle arti marziali servì quindi a rafforzare il corpo e la volontà dei monaci e bilanciare così l’inattività fisica dovuta alle pratiche meditative. Il Kung Fu di Shaolin tende quindi a irrobustire il fisico ed è, quindi, un’attività parallela alla pratica spirituale, il suo opposto che la bilancia. Lo stile Shaolin infatti è generalmente veloce ed esplosivo, l’emblema dei cosiddetti stili esterni.

Per Wudang, invece, il discorso è diverso: il Kung Fu è parte integrante della pratica meditativa. Per il Taoismo, corpo e mente sono parti inscindibili di un unico essere, pertanto la pratica di autoperfezionamento non può essere nettamente scissa fra il piano fisico e quello spirituale. Con gli stili interni in particolare, come abbiamo visto, il movimento fisico è abbinato alla circolazione dell’Energia Vitale. Gli stili del Wudang hanno movimenti fluidi e morbidi, e la forza è generata tramite movimenti a spirale che uniscono forza fisica e energia interna. Caratteristica fondamentale è il rilassamento e la corretta postura: per poter far scorrere l’energia e generare forza, la muscolatura deve essere rilassata e le articolazioni ben allineate. La stessa energia che viene utilizzata in combattimento è quella che, scorrendo nei meridiani energetici, rende il corpo sano e lo spirito sereno. Per queste ragioni, il Kung Fu di Wudang è considerato l’emblema degli stili interni. Inoltre, quelli di Wudang sono stili che si influenzano vicendevolmente: nel Taiji si possono identificare chiaramente elementi anche di Bagua e di Xingy, per esempio.

Anche qui, si ribadisce l’estrema limitatezza di ogni suddivisione: anche a Shaolin si praticavano gli stili interni, e viceversa a Wudang. Il Kung Fu è troppo vasto e complesso per poter essere schematizzato in un sistema rigidamente definito.

Stili praticati nella Xuan Wu Institute

Essendo il Kung Fu tanto vasto, ciò che si pratica in una scuola dipende esclusivamente dal percorso formativo del Maestro che insegna. E’ possibile infatti che due Scuole vicine pratichino stili di Kung Fu ed utilizzino metodologie completamente diverse fra loro, tanto da sembrare due Arti Marziali completamente diverse. C’è chi in questa mancanza di riferimenti fissi vede un limite. Noi, invece, vediamo l’opportunità di imparare e migliorarsi sempre.

 

Stili attualmente insegnati nella Scuola:

  • Qi Xing Tang Lang (Mantide delle Sette Stelle)
  • Shaolin
  • Taiji Wudang, Yang e Chen
  • Bagua di Wudang
  • Xingyi di Wudang
  • Zui Quan (stile dell’Ubriaco)
  • Chang Quan codificate IWUF
  • Nan Quan codificate IWUF
  • Armi: Bastone, Sciabola, Lancia, Spada, Alabarda, Catena 9 sezioni, Bastone 3 Pezzi, Scudi, Nandao, Nangun, Sciabola due mani del Bagua, Fuchen, Doppie Sciabole.